Influencers, social media, newsletter, pop up, whatsapp, aiuto!
Negli anni antecedenti alla comparsa di internet le relazioni sociali erano migliori, favorivano i rapporti personali oltre che giovare alla salute. Le persone dialogavano faccia a faccia e ascoltavano.
Finiti i bei tempi ?
Secondo gli ultimi studi da parte di esperti, sembra che l’uso intenso della tecnologia abbia portato ad un corto circuito mentale, con un incremento di patologie vecchie e la comparsa di nuove.
Siamo passati in pratica dalle gambe alla testa: mentre fino a qualche anno fa il lavoro era esclusivamente fisico (gambe), oggi anche il più semplice dei lavori è celebrale (testa) e richiede un uso più o meno intenso del computer o dello smartphone. Ecco la necessità di scaricare tutta l’energia immagazzinata per riequilibrare il corpo/mente, facendo palestra, footing o sport molto fisici. Sono diventati la “medicina” contro il login o connessione permanente.
Traduttore cercasi. Oltre a modificare lo stile di vita è stato “imposto” anche il modo in cui parliamo: usando un linguaggio “hi tech” o moderno, molto inglese, incomprensibile per alcuni, ma accettato dalla maggioranza anche senza conoscerne il significato.
Chi è fuori da questo modo di approcciarsi rischia di apparire poco professionale e antiquato.
Facciamo un esempio. Avete da fare dei lavori in casa e vi rivolgete a due professionisti. Il primo è rude con le manone piene di graffi e calli e con un linguaggio terra terra. Il secondo invece ha le mani curate*, è molto bravo nel dialogare e usa termini inglesi alla moda.
Ora viene il difficile, chi scegliereste tra i due per farvi sistemare casa?
Lezione. Oggi chi è bravo a parlare può vendere anche la “nebbia” e si impone purtroppo su chi è migliore. Ecco perchè per farmi fare dei lavori in casa io scelgo senza dubbio il primo lavoratore.
*Con questo esempio non vogliamo dire che tutti i lavoratori curati nell’aspetto e bravi nel parlare siano meno competenti di altri.
Si può fare qualcosa ?
Siamo realisti, tornare indietro è molto difficile se non impossibile, però possiamo fare una cosa: decidere come vivere. Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo essere sempre online o avere sempre lo smartphone con noi. Essere reperibili non significa essere sempre disponibili.
Se succede qualche imprevisto nella maggioranza delle volte possiamo solo prendere atto dell’accaduto, non possiamo – purtroppo – salvare delle vite (molti vivono con questa ansia).
L’esempio è importante
Fate vedere ai vostri figli, al vostro coniuge o agli amici che avete scelto di vivere in modalità “logout”. Staccatevi dallo smartphone quando siete in loro compagnia e sopratutto quando consumate un pranzo.
Non permettete che niente vi privi di quei sani momenti di vita!